mercoledì 16 ottobre 2013

Mondi in Muta a Pordenone: insetti in tavola per salvare il pianeta?



Trascorsa appena una settimana dalla fine delle Giornate del Cinema Muto, rassegna che ha quest'anno ospitato la première italiana del discusso film Blancanieves, ecco un nuovo evento che ci lascia senza parole (vista la tematica che si andrà a trattare forse è il caso di dire a bocca aperta).
Si chiama Mondi in Muta e si propone di essere un festival dedicato alla divulgazione e comunicazione scientifica; è promosso dal Comune di Pordenone (Assessorato alla Cultura) e dal Science Centre Immaginario Scientifico.  

Prima ancora che qualcuno possa additarci come degli estremisti cui non va a genio neppure un innocuo festival scientifico, passiamo subito alla questione del contendere riportando un passaggio del programma dell'evento:

"La tecnologia dunque ci cambia la vita e da oggi entra anche in cucina: ci permette di assumere proteine anche da fonti diverse da quelle che tradizionalmente la nostra cultura ci offre.
Proteine a sei zampe: Insetti in tavola è l’incontro dove cucinare insieme un piatto di tagliatelle molto speciali; nel frattempo nascerà, animato da Donato Ramani, un dialogotra scienziati: Francesca Mancini, dottoranda Sissa e fondatrice di Going Bugs e Enzo Moretto, direttore e fondatore di Butterfly Arc e di Esapolis. Forse riusciremo a superare i pregiudizi culturali e psicologici e capiremo perché mangiare insetti sia un’idea difficile da accettare mentre è da tenere in dovuta considerazione per gli aspetti nutrizionali, economici e di sostenibilità ecologica, assaggiatori eccezionali e critici gastronomici I PAPU Andrea Appi e Ramiro Besa"

A dirla tutta la proposta viene da una fonte autorevole: la Food and Agriculture Organization (FAO), che ha lanciato questa bizzarra idea  
In parole povere gli insetti a tavola come chiave del nostro futuro alimentare: una nuova tendenza a quanto pare dettata -così spiega chi promuove l'iniziativa- da importanti e inderogabili esigenze salutistiche ed ambientali. 

Se a qualcuno la sola prospettiva di passare a un'alimentazione a base di insetti potrà apparire inusuale, risibile o forse disgustosa, per quanti come noi hanno a cuore la questione animale nella sua totalità e ricchezza di sfaccettature la sensazione sarà certamente quella di trovarsi di fronte a una grottesca e avvilente distorsione della realtà.
Si vuole far credere che non esistano alternative alle proteine animali e si decide, con simili iniziative, di invogliare l'opinione pubblica a prendere in seria considerazione la possibilità di sostituire animali (quelli di cui essa comunemente si ciba) con altri  animali (gli insetti).
Nuovi protagonisti della nostra tavola dunque, cui a quanto pare si dovrebbe guardare- in un futuro neppure troppo lontano- per garantirci la continuità di un apporto proteico comunemente associato al regno animale.

In verità l'alternativa esiste; le proteine vegetali (come è certamente noto anche agli organizzatori di Mondi in Muta) possono soddisfare, egregiamente e in maniera completa, il fabbisogno dell'organismo umano.
Non è necessario scomodare in alcun modo il mondo animale, quotidianamente sfruttato in proporzioni tragiche ed esponenziali.
E a sostenerlo non sono gli animalisti ma, ad esempio, l'American Dietetic Association:
"le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza, e per gli atleti."


Lo dimostrano milioni di persone che ormai da molti anni (se non da una vita intera, come nel caso della compianta Margherita Hack), hanno scelto di nutrirsi senza crudeltà e nel rispetto di ogni essere vivente, oltre che del pianeta che tutti (animali umani e non umani) abitiamo.
Ci chiediamo per quale strano e fantasioso motivo si debba a tutti i costi cercare negli insetti un'alternativa proteica pur di non prendere in considerazione un regime alimentare (quello vegan) in grado di soddisfare esigenze sia nutrizionali che del palato (e in maniera davvero sorprendente, anche per i più scettici), salvaguardando la nostra salute e garantendo nel contempo una piena sostenibilità ambientale.

Le alternative alle proteine animali non sono quindi un miraggio o un frutto della fantasia degli animalisti, bensì qualcosa di concreto, accessibile a tutti: un vero e democratico strumento di quella rivoluzione culturale e morale che inizia anche a tavola.
Ma, a quanto pare, nulla di tutto questo sarà oggetto del convegno in programma questo fine settimana a Pordenone.  

Mondi in Muta si proporrebbe, unitamente alla questione "proteine a sei zampe", di toccare anche il tema della sostenibilità ecologica. Usiamo il condizionale e ci serviamo del termine toccare non a caso: abbiamo sufficienti elementi per azzardare che  l'argomento sarà affrontato in maniera strumentale e parziale, con scarsa onestà intellettuale.
E' noto come le cosiddette fonti privilegiate di proteine animali siano individuabili negli allevamenti (piccoli e grandi, biologici, intensivi, estensivi) che rappresentano oggi un problema globale anche per chi mai potrà o vorrà avere a cuore la vita di altri esseri viventi.  

La risposta a questo grave problema globale saranno dunque gli insetti?

Nel lontano 2001 veniva pubblicato in Italia il profetico saggio di Jeremy Rifkin "Ecocidio: ascesa e caduta della cultura della carne" (Beyond Beef: The Rise and Fall of the Cattle Culture)" . Un testo rivoluzionario, scritto nel 1992, in cui si mettevano in luce gli aspetti ecologici legati al consumo della carne e le drammatiche conseguenze, inevitabili per il pianeta che abitiamo. L'appello di Rifkin è rimasto a lungo inascoltato. Si fa tuttavia ogni giorno più incalzante il dibattito su questo tema: un sempre maggior numero di uomini di scienza si va via via convincendo che se non si cambia al più presto strada, optando per un diverso modo di nutrirci, non vi sarà alcuna possibilità di rimedio a una catastrofe annunciata.

Solo pochi anni fa la stessa FAO e l'ONU ci mettevano in guardia contro il rischio globale legato al consumo di carne, invitandoci ad adottare un regime alimentare diverso da quello attuale.
A quanto pare oggi la stessa Fao ci propone uno scenario differente- con protagonisti gli insetti- per dare un futuro all'umanità. E questa volta, sorprendentemente, l'idea convince il nostro Comune. Forse a piacere è quel qualcosa di esotico, l'elemento di novità: perchè promuovere la scelta veg*, quando si possono mangiare gli insetti?

Ci sentiamo sempre in imbarazzo a trattare questioni "ambientali" legate e conseguenti allo sfruttamento animale; è un po-passateci il paragone forte ma efficace- come parlare del problema dei fumi prodotti dalle ciminiere dei forni crematori nei campi di concentramento, dove venivano eliminati milioni di persone, o delle acque reflue provenienti da questi "impianti" di sterminio. Di fronte a tanto orrore e morte, permettetecelo, la mera questione ambientale ci appare risibile.
Eppure quando si affronta l'argomento "carne-allevamenti" il tema ambientale pare spesso assumere maggior peso rispetto alla questione morale dell'uccidere gli animali. E allora parliamone, affrontiamo anche la questione dell'impatto ambientale.
Ma ricordiamoci quanto meno di farlo con onestà intellettuale.

Per quanti desiderassero approfondire l'argomento, il sito saicosamangi.info tocca tutte le sfaccettature del mangiar carne, comprese le implicazioni ecologiche, economiche e sociali (non manca ovviamente l'approccio etico, che per noi e non solo rappresenta il perno della questione). 

Dal Comune di Pordenone ci saremmo aspettati un'apertura diversa a queste tematiche e, di certo, non la bizzarra proposta di mangiare insetti; magari-perché no- il tentativo di avviare un serio dibattito sulla necessità di un cambiamento e sugli scenari che ci attendono, legati a scelte ormai non più procrastinabili; quello di "cosa" mettiamo nel nostro piatto non dovrebbe mai, men che meno oggi, essere argomento da sottovalutare o su cui addirittura fare del cabaret.

Non abbiamo potuto fare a meno di notare come tra gli sponsor tecnici dell'evento vi sia anche una nota prosciutteria locale.
Ci pare una scelta sconfortante, anche se poi non così lontana dallo spirito dell'iniziativa: a
spettando un futuro di proteine a sei zampe ci si potrà così dedicare alle proteine a quattro zampe - quelle dei maiali.



Per condividere o scaricare il video: TV Animalista

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