giovedì 3 aprile 2014

Quando i circensi danno spettacolo - di Barbara Balsamo


Lo scorso mese, nella città di Pordenone, dopo 10 anni di divieto di attendamento dei circhi con animali, un circo ha ottenuto, grazie a un ricorso al TAR, di attendare e effettuare spettacoli. 
Da tempo associazioni di pregio come Animalisti Friuli Venezia Giulia e LAV chiedono interventi adeguati alle amministrazioni al fine di promuovere una cultura della non violenza e del rispetto sul territorio. 
Da anni queste associazioni si spendono con attività culturali e informative circa i danni materiali e psicologici che lo sfruttamento degli animali in ambiti ludico-ricreativi provocano nei bambini. 
In occasione dell’attendamento del circo Viviana Orfei le associazioni suddette hanno organizzato dei pacifici presidi informativi per coinvolgere la cittadinanza e documentare le violenze – non necessariamente fisiche – perpetrate ai danni degli animali. Il giorno 30 marzo, a seguito di uno dei presidi quotidiani regolarmente autorizzati dalla questura, alcuni membri del circo Viviana Orfei hanno aggredito alcuni attivisti, ricordiamo cittadini irreprensibili, malmenandoli, picchiandoli violentemente, fino al punto di dover ricorrere alle cure del pronto soccorso. 
Perché? Il motivo reale sarebbe facilmente individuabile se solo ci si soffermasse per un minuto a riflettere sulla questione nel suo complesso. Invece è più facile sfruttare lo stereotipo comune che vede gli animalisti come violenti a priori e i circensi come vittime indifese di alcuni pazzi invasati. Per questo mi sento personalmente in dovere, in quanto cittadina, madre e docente, nonché presidente di un’associazione antispecista, di prendere la parola e mettere nero su bianco alcune riflessioni, alcuni dati e contribuire con una mia testimonianza diretta a sfatare miti montati ad arte e soprattutto riportare l’attenzione sui fatti reali e tangibili ai quali tutti noi cittadini siamo costretti ad assistere ogni qualvolta leviamo le nostre voci contro ingiustizia e abuso di potere.

Intanto diciamo chiaramente che la contestazione non è ai circhi in generale bensì ai circhi con animali.

Le attività mirabili degli artisti nei circhi sono un valore aggiunto alla comunità, come lo sono tutte le forme d’arte e di spettacolo. 
La clowneria, i mimi, la giocoleria, la ginnastica ritmica, l’acrobatica, equilibristi, i funamboli e i trapezisti, contorsionisti, le discipline aeree, e molto altro, sono veri e propri spettacoli edificanti, piacevoli e educativi. Attraverso la meraviglia, lo spettatore, bambino o adulto, percepisce la bellezza dell’arte. Tuttavia quando all’interno degli spettacoli si assiste alla ridicolizzazione, vessazione, umiliazione e sopraffazione di creature altre-da-noi, gli altri animali, individui di altre specie costretti a vivere in un luogo lontano dal loro habitat, secondo consuetudini e esperienza distorte e violente, addestrati forzatamente, impiegati contro la loro volontà in spettacoli assordanti, costretti a azioni non naturali per loro, questo non è cultura. Non è edificante, non è educativo.

Da anni gruppi di ricerca come quello fondato dalla Professoressa Annamaria Manzoni, Tradizioni Violente, indicano il circo con animali come luogo di violenze inaudite – che non necessariamente implicano violenze fisiche – ai danni degli animali rinchiusi e esempio pessimo di educazione al rispetto. I nostri figli assistono alla dominazione dell’altro da sé, alla sua sottomissione e al suo addestramento coatto come se fosse normale e giusto. Il messaggio implicito dello spettacolo con animali è che il domatore, l’addestratore, ecc..può, con la forza, soggiogare chiunque, perfino un leone, che nella nostra cultura rappresenta l’animale selvatico e feroce per eccellenza, può far salire su un pallone perfino un elefante, pachiderma forte e dignitoso, può spalancare le fauci di un ippopotamo per mostrarne la grandezza. 
Nulla insomma ferma l’uomo, nessun animale è in grado di sfuggire al nostro potere. Purtroppo a un bambino, una bambina arriva il messaggio che come il domatore riesce a fare questo al leone un giorno lui/lei potrà farlo con qualcun altro, animale non umano e umano.

Conoscendo quanto detto finora, il circo con gli animali dovrebbe essere bandito per la violenza di cui è impregnato, ma soprattutto bandito dalle scuole dove si dovrebbe insegnare la compassione e l’empatia, ovvero la capacità di immedesimarsi negli altri; una delle qualità umane più efficaci per prevenire, diminuire e/o eliminare la violenza nei rapporti tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e gli animali.

E' nostro dovere morale proteggere i più giovani da queste tradizioni che non rispecchiano più il pensiero di un Paese moderno e civilizzato e rendere attente le autorità sulla pericolosità di tutti i modelli che istigano alla violenza già in tenera età.

Il danno dunque è almeno duplice, da un lato si violentano gli animali sfruttati nei circhi e dall’altro si diseducano i nostri figli. Ciò è talmente grave che infatti in moltissimi paesi del mondo l’attendamento dei circhi con animali è parzialmente o totalmente vietato. un breve elenco: Austria Belgio Croazia Repubblica Ceca Danimarca Estonia Finlandia Grecia Malta Polonia Slovacchia Spagna Svezia Regno Unito USA (divieto dell’utilizzo di tutti gli animali in 20 giurisdizioni municipali) Canada Argentina Brasile Colombia Costa Rica Australia Nuova Zelanda India Israele

Così cita l’articolo 1 della legge 337:

Lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e 
dello spettacolo viaggiante. 
Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore. 

Questo sostegno si palesa con le sovvenzioni economiche che i cittadini italiani versano ai circensi ogni anno con importi che si aggirano mediamente sui 5/6 milioni di euro. Proprio grazie alla legge nazionale le amministrazioni comunali, spesso contrarie all’attendamento dei circhi con animali per le ragioni sopra elencate, si trovano costrette a soccombere e a consentirne gli spettacoli. Il potere delle dinastie circensi, supportate dall’Ente Nazionale Circhi e non a caso da Federfauna e da politici di dubbia credibilità, risiede proprio nella normativa nazionale e nell’incontrastato vile luogo comune per cui gli animali, se non bastonati o presi a picconate sono in pieno benessere e possono essere sfruttati. Una menzogna così lampante e evidente da lasciare interdetti. I circensi possono altresì agire indisturbati con affissioni pubbliche, spesso illecite, e volantinaggio capillare con omaggi e riduzioni succulente che attirano abilmente i bambini e i loro genitori, i quali, sapendo di poter far “divertire” i loro figli con poco ovviamente vi si recano volentieri. Dunque si potrebbe aggiungere che i signori di cui sopra approfittano anche dell’ignoranza- nel senso letterale del termine – del pubblico circa i disagi psicologici, la sofferenza, la frustrazione e l’angoscia degli animali implicati negli spettacoli per agire indisturbati. In fondo nelle nostre società non è che gli animali in genere se la passino poi così bene, dai cani e tutti i pets, piccoli suppellettili al nostro fianco, agli animali negli allevamenti ridotti a cose utili per il nostro arricchimento proteico. Nonostante questo quadro disarmante però le autorità pare abbiano iniziato un percorso di cambiamento. Nel 2010 infatti:

Il 24 febbraio 2010 la VII Commissione della Camera ha adottato un testo unificato delle proposte di legge quadro sullo spettacolo dal vivo (A.C. 136 e abb). In tale definizione sono compresi, oltre a teatro, musica, e danza, anche il circo e lo spettacolo viaggiante, incluse le esibizioni degli artisti di strada e le diverse forme dello spettacolo popolare. In particolare, ai sensi dell’art. 27 del TU, la Repubblica promuove la tutela della tradizione circense, degli spettacoli viaggianti, degli artisti di strada e dello spettacolo popolare, riconoscendone il valore sociale e culturale e valorizza le relative attività, sostenendone lo sviluppo, tra l’altro, attraverso la produzione di spettacoli di significativo valore artistico e impegno organizzativo, iniziative promozionali, diffusione della loro presenza all’estero, acquisto di nuove attrezzature e beni strumentali, attività di formazione, ristrutturazione di aree attrezzate, agevolazioni fiscali in favore delle compagnie e delle attività circensi che non prevedono la presenza, l'utilizzo e l'esibizione di animali, nonché per favorire la trasformazione dei circhi con animali in circhi senza animali. Inoltre, si prevede che la Repubblica sostiene lo sviluppo e la qualificazione dell'industria dello spettacolo viaggiante anche attraverso l'istituzione di appositi registri per l'attestazione del possesso dei requisiti tecnico-professionali per lo svolgimento di tale attività e che alle esibizioni degli artisti di strada non si applicano le disposizioni in materia di tassa per l’occupazione di spazi pubblici.

Ricapitolando la pratica circense è legittimata dallo Stato italiano, gratificata da politici (non tutti per fortuna), organizzazioni e lobbies di settore legate allo sfruttamento animale in genere, riconosciuta da decenni come attività culturale e di pregio sociale, in televisione tutte le reti di stato lanciano programmi seguitissimi sulle meraviglie del circo con animali, che sia chiaro non viene mai distinto dal circo in sé, si parla infatti sempre di circo e basta. Il cittadino medio segue quello che è lo status quo, crede a chi lo governa, non solo in senso prettamente politico, ripone la sua fiducia in chi viene legittimano a parlare secondo professionalità e competenza in pubblico. Se i media legittimano i circhi con animali, danno spazio alle loro parole, se l’Ente Nazionale Circhi si pregia del sostegno politico e istituzionale, se millanta l’appoggio persino del Papa, se le amministrazioni compiacenti o indifferenti lasciano spazio ai circhi con animali, se un’apposita commissione di veterinari, infine, avalla le loro dichiarazioni e constata lo “stato di benessere” degli animali rinchiusi, sfido chiunque a non credergli!

Ma torniamo agli animalisti. Essendo in genere persone informate e documentate, essendo a conoscenza delle gravi forme di maltrattamento degli animali sfruttati nei circhi da sempre cercano di informare il pubblico, protestare, dissentire come farebbe qualunque cittadino consapevole che in un determinato luogo si praticano delle violenze su esseri indifesi.

Come spesso accade quando attenda un circo le associazioni del territorio si mobilitano con materiale informativo e presidi nei luoghi di attendamento chiedendo ovviamente sempre preventivamente i regolari permessi in questura. Così è accaduto anche nei giorni scorsi a Pordenone. La LAV e Animalisti FVG hanno organizzato presidi informativi. Durante queste giornate si sono evidenziate due cose fondamentali:

Un grande afflusso della cittadinanza e una grande tensione a causa dei lavoratori del circo che ovviamente non gradivano la presenza di chi dissente. Nei giorni precedenti agli spettacoli gli operatori del circo hanno distribuito di fronte alle scuole e in tutte le attività commerciali della città 1000 biglietti omaggio e numerosi biglietti riduzione. 
Questo fa presumere che la quasi totalità del pubblico abbia assistito gratuitamente allo spettacolo. Chi non ci andrebbe? Sarebbe infatti interessante sapere quanto hanno incassato i signori circensi in quei giorni e confrontarlo con le loro entrate medie.  In merito invece alla tensione, è comprensibile considerando che quei signori tentano in ogni modo di difendere i loro interessi economici e il loro lavoro, anche ricorrendo spesso alla violenza. Personalmente ho organizzato diversi presidi informativi contro il circo con animali a Roma e in provincia di Roma. Sempre, o quasi, le dinamiche sono le stesse: i signori circensi provocano, aggrediscono, insultano, fanno dispetti, mentono, a volte addirittura palesemente di fronte alle forze dell’ordine. Non ho mai assistito a episodi contrari. Se durante i presidi da me organizzati non è mai accaduto nulla di grave ritengo sia stato un caso. Nessuno degli attivisti con i quali ho presidiato ha mai aggredito né verbalmente né fisicamente un lavoratore del circo. Anzi devo confessare che personalmente ho spesso cercato di dialogare con loro, e qualche rara volta anche con successo. Addirittura mi risulta, ma ahimé non ne ho le prove, che su testimonianza di una signora del pubblico, i circensi affermarono che noi attivisti li avessimo ricattati chiedendo 500 euro per smontare il presidio!!! Io, che cerco sempre di com-prendere i fenomeni, mi rendo conto che la disperazione di queste persone sia oltremodo avanzata e che non sappiano più come continuare a mentire al pubblico, a se stessi e al mondo intero. Nello specifico quello che è accaduto a Pordenone sembra chiarissimo, quando qualcuno disinteressato, pacifico che prodiga rispetto e amore si mette sotto casa tua e  accende i riflettori sulle tue ingiustizie, sulle tue violenze e sulle tue menzogne ti infastidisci, perdi le staffe, alzi le mani. Così accade che per vendetta si effettuino spedizioni punitive, violenze inaudite sotto gli occhi complici, in alcuni casi, degli spettatori, i quali, forse, proprio perché spettatori solidarizzano con chi li ha omaggiati della sua arte.

Quando si partecipa a uno spettacolo artistico si assiste a un fenomeno meraviglioso, ci si incontra. E ciò avviene collettivamente. Attraverso l’arte si aprono il cuore e la mente, si cresce, ci si emancipa. Non esiste crescita laddove si annienta qualcuno, non si può cercare il bello nell’artificiosa finzione di maestosa obbedienza al proprio oppressore, non è la strada giusta quella di insegnare ai nostri figli che si può soggiogare qualcuno solo perché più fragile di te.

La mia solidarietà, e quella di tutta per animalia veritas va a quest* coraggios* ragazz* che nonostante le avversità, nonostante le violenze ancora sognano un mondo migliore, senza crudeltà. A quest* attivist* va il nostro sostegno incondizionato. Ma a loro va anche la mia ammirazione e stima di persona qualunque, cittadina, madre e insegnante perché il mondo ha bisogno di persone coraggiose, leali, vere, di persone che hanno valori profondi e li urlano al mondo. Portatori sani di rispetto in grande minoranza.

Barbara Balsamo - Per Animalia Veritas

Fonte: Per Animalia Veritas

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